Penitenziali Irlandesi
PENITENZIALE AMBROSIANO
Irlanda/Britannia, 550-560 d.C.
A dispetto del nome, dovuto al luogo di ritrovamento – l’omonima Biblioteca di Milano - il Penitenziale Ambrosiano è da oggi comunemente riconosciuto come un’opera insulare irlandese sia per via del tipo di latino utilizzato per la sua redazione (KÖRNTGEN L., Studien zu den Quellen der frühmittelalterlichen Bußbücher, Sigmaringen 1993, 86), sia per i probabili riferimenti ad alcuni istituti propri del diritto brehón, l'ordinamento giuridio indigeno irlandese (BIELER L., The Irish Penitentials: their religious and social backround, in Studia Patristica VII/1966, 329-339).
Anzi, oggi si ritiene il Penitenziale Ambrosiano il penitenziale irlandese più antico che sia mai stato scritto e non manca chi, in dottrina, ritenga l'attuale versione una traduzione di un più antico esemplare in lingua gaelica. Per quanto Bieler, in ragione dello stato della scienza a lui contemporanea, non lo elencasse tra i Penitenziali Irlandesi dal momento che la letteratura di settore lo confinava tra i penitenziali franchi a dominanza cummeano-teodoriana (VOGEL C., Les “Libri Paenitentiales”, Turnhout 1978, 78; SEEBAS O., Ein bisher nicht veröffenlicthes Paenitentential, in Zeitschrift für Kirchengeschichte, XVII/1897, 24-50), oggi, a seguito degli studi più approfonditi che sono stati eseguiti su questo testo, la dottrina più recente lo ritiene tra i testi di influenza culturale colombaniana: parrebbe essere stato usato dai primi seguaci di Colombano in Gallia ed originariamente contestualizzabile in un’epoca antecedente alla redazione di quello di Finnian di cui potrebbe essere stato una fonte (MEENS R., Penance in Medieval Europe 600-1200, Cambridge 2014, 45).
Come quello di Finnian, anche il Penitenziale Ambrosiano sottolinea il significato pastorale della penitenza: e lo fa fin già dalle sue prime parole "pastorali sollicitudine": la stessa prefazione approfondisce ulteriormente la metafora del confessore come medico delle ferite spirituali.
In questo testo, quindi, l'elemento pastorale della penitenza che mira alla salvezza del peccatore sembra molto più in primo piano che negli altri penitenziali. Questo aspetto si trova anche nella procedura delineata nel testo con cui un confessore dovrebbe avvicinarsi a un peccatore: se qualcuno pecca, deve prima essere ammonito di fare soddisfazione e se si rifiuta di farlo deve essere costretto a cambiare le sue vie con diverse forme di scomunica. La scomunica qui non implica un grande rituale ecclesiastico, ma consiste piuttosto di diverse forme di esclusione da una comunità monastica in cui il Penitenziale Ambrosiano potrebbe essere sorto.
Come il Penitenziale Bigoziano, anche il testo del Penitenziale Ambrosiano è inoltre strutturato secondo gli otto vizi capitali secondo lo schema di Evagrio del Ponto che, in Occidente, fu mutuato da Giovanni Cassiano.